Corto Maltese

Mu, la città perduta

Mu - Casterman 1992

Corto Maltese: "Mu, la città perduta"

Testo e disegni: Hugo Pratt assistito da Guido Fuga

Versione a colori: Patrizia Zanotti (1988)

1988-91: Rivista "Corto Maltese"

1992: serie di acquerelli per la prima edizione in volume

(M) 1988-1989: "Mu" (tavole 01-48). Italia, rivista "Corto Maltese", Edizioni Rizzoli Milano Libri, n.63 (1988/12) - n.69 (1989/06); versione a colori di Patrizia Zanotti.

(M) 1991: "Mu" (tavole 49-168). Italia, rivista "Corto Maltese", Edizioni Rizzoli Milano Libri, n.88 (1991/01) - n.96 (1991/09); versione a colori di Patrizia Zanotti.

(R) 1989: "Mu" (tavole 01-48). Francia, rivista "Corto", Casterman, n.22 (1989/11); versione a colori di Patrizia Zanotti.

Nel 1992 serie di acquerelli realizzata per la prima edizione in volume, colori a cura di Patrizia Zanotti, de "Mu, la città perduta".


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Gli Atlantidi

Hugo Pratt

Mu - Rasputin - Acquerello

Rasputin, mentre prendeva il suo tè russo, fissava insistentemente la statuetta di bronzo alta una trentina di centimetri che stava vicino alla zuccheriera. Questa sosteneva coraggiosamente l'azzurro sguardo minaccioso del siberiano con il corto giavellotto alzato nella mano destra, il piccolo scudo rotondo sul braccio sinistro e l'elmo dalle curve corna frontali piazzato sulla testa conica. "Un atlantide..." sussurrò a se stesso Rasputin. "L'ho acquistato come un bronzetto sardo", rispose il giovanotto vicino. "Ti sarà costato un sacco di soldi!" continuò Rasputin mettendosi una zolletta di zucchero in bocca e sorbendo un sorso di tè bollente.Il guerriero nascondeva i suoi pensieri di bronzo al di là di un sorriso ironico, antichissimo." Mi domando quanti anni avrà questa statua"."Forse è del VII secolo prima dell'era cristiana, si sente l'influsso della lavorazione del bronzo di una lunga tradizione orientale". L'uomo che aveva parlato era il professor Steiner dell'Università di Praga. Alzò i suoi occhi acquosi da un libro che leggeva e rivolgendosi a Rasputin chiese: "Caro amico, perchè l'avete chiamato atlantide?".

Il russo sorseggiò un altro po' di tè e con gli occhi sempre fissi sulla statuetta disse: "Ne avevamo un paio, forse più antiche di questa, nel seminario di Tiflis in Georgia e le chiamavamo gli atlantidi". Un fischio proveniente da fuori casa interruppe la conversazione. Il giovanotto si alzò un poco goffamente e cercò di raggiungere la finestra aperta che dava sulla callejuela selciata del piccolo villaggio di Tarifa sulla strada di Cadiz. "Scommetto che è Guadalupe!". "Si deve essere lei..." sospirò il giovanotto che in uno stentato spagnolo si rivolse a qualcuno nel buio della notte. "Ahora bajo!".Gli altri due lo guardarono arrossire mentre cercava di darsi un atteggiamento di indifferenza."Buona notte, Tristan" lo salutò il professore incoraggiandolo a uscire. Finalmente la porta si chiuse. Una risata atgentina arrestò il canto dei grilli.

Rasputin guardava sempre accigliato il bronzetto sardo. "Professore lei crede all'Atlantide?". Steiner guardò fisso davanti a sé e poi con calma iniziò a raccontare: "Se dovessimo prendere sul serio i dialoghi di Platone...". Steiner si interruppe guardando nel vuoto poi con un sospiro continuò: "Ne parla con tale precisione, forse anche troppa, tanto da non poter negare completamente che l'Atlantide sia esistita...": "Perchè negare per negare?". Con l'occhio azzurro sinistro aperto mentre il destro si chiudeva a fessura, Rasputin si mise un'altra zolletta di zucchero tra i denti e sembrò ghignare all'indirizzo di Steiner."Platone racconta due volte la storia dell'Atlantide; nel Timeo un breve riassunto rapido di certi avvenimenti e nel Crizia una ricerca più dettagliata di genealogie e fatti che avrebbero dovuto essere più completi ma che in realtà si riducono alla sola introduzione".

Steiner chiuse il libro che teneva tra le mani e si avvicinò al tavolo. SI riempì una tazza di tè e come parlando a se stesso riprese la conversazione evitando di guardare negli occhi Rasputin. "Lei ha ragione, i racconti delle origini greche peccano di troppe notizie vaghe e confuse mentre, al contrario, gli scritti platonici sull'Atlantide peccano di troppe precisazioni, tali a forzarci a dubitare della veridicità di quei fatti raccontati al vecchio Solone dai suoi ospiti: i sacerdoti egizi della dea Neith in Sais":"Arrivammo alla stessa conclusione leggendo e rileggendo Platone e Aristotele in quel seminario. Era come se il filosofo con quei suoi dialoghi volesse convincerci che uno Stato e un governo così perfetti potessero esistere solo in un tempo tanto lontano impossibile a controllarsi. Talmente utopici da farci sospettare che l'Atlantide fosse stata così descritta per sostenere una tesi politica":Fuori i grilli ammutolirono all'improvviso e il profumo dei gerani sui davanzali delle finestre si fece più intenso."Cambia l'aria"."Per la verità dovrebbe cambiare due volte nella giornata. All'alba e al tramonto"."Solo che ora è notte, come si spiega?". Rasputin sorrise malignamente al professore che continuava a non guardarlo. "Lo sa caro professore che sul mistero dell'Atlantide sono stati scritti circa 30.000 volumi e che le diatribe di archeologi, geologi, storiografi infuriano ancora intorno a questo probleme che ci riguarda?","Perchè ci riguarda?". Domandò Steiner da dietro la sua tazza di tè. "E me lo chiede? Ma per il semplice fatto che non possiamo accettare che tutte quelle ricchezze siano sparite per sempre".

Corto in Guatemala - Acquerello Pratt 1988

Gli occhi di Rasputin si chiusero al punto da diventare due tagli orizzontali sotto le folte sopracciglia nere. Con uno scatto improvviso allungò il braccio per afferrare il bronzetto sardo. Evidentemente calcolò male la distanza perchè una smorfia di dolore si disegnò sul suo volto. "Maledizione!", imprecò, "... questo bastardo mi ha ferito con il suo giavellotto...".Il guerriero di bronzo volò attraverso la stanza per andare a sbattere contro la parete. Ricadde magicamente in piedi con la stessa espressione ironica; forse anche di più ora che aveva perduto un corno del suo elmo. Il professor Steiner si alzò borbottando qualche cosa e andò a raccoglierlo. Lo guardò attentamente poi con aria sconsolata si rivolse al russo."Perchè?".

Labirinto - Acquerello

"Ah no, non ho proprio voglia di essere rimproverato. Mi racconti piuttosto cosa sa d'altro sul continente perduto"."Non molto ma, prima ancora che questo bronzetto sardo venisse fuso, molti, molti secoli prima, i progenitori dell'artista che lo concepì forse, ma dico solamente forse, venivano dall'Occidente e non dall'Oriente come si preferisce credere...". "I sardana facevano parte dei popoli del mare", interruppe Rasputin guardando sinistramente la statuetta di bronzo tra le mani del vecchio professore. "I sardana come questo forse sì, ma prima di lui una razza ibero-libica deve essere risalita verso le terre alte prima che l'Atlantico inondasse il Mediterraneo. Le acque di questo mare custodiscono il segreto della mitologia. Più di diecimila aani fa, prima che Ercole separasse le montagne di Calpe e Abila, lo spazio tra Europa e Africa era un'ampia successione di fertili valli, numerosi estuari, laghi e città pieni di vita. Un popolo strano, in verità, le cui leggi e attività ci sono del tutto sconosciute, dal momento che ancora oggi ne parlano solo le leggende, e le cui origini rimangono segrete nel profondo delle acque."Mille città splendide si inabissarono in una lenta inondazione durata quattrocento anni, sufficienti perchè gli uomini delle terre basse si rendessero conto che dovevano abbandonare tutto e salire verso le terre alte, dove regnavano ancora il freddo e i mastodonti."Così durante quattro secoli, rimontarono verso i tavolieri della Spagna o della Sicilia dove vivevano gli uomini con un solo occhio, minatori siciliani, siculi o shakalaskhas.

"Una volta di più, i popoli della grande valle ritornarono a guerreggiare. Le acque venute dal misterioso Occidente circondarono le terre alte fino a trasformarle in isole. E mentre questi popoli risalivano i monti videro che altri marciavano con loro. Le genti sulle coste della mauritania li avevano già visti nel lago Caron, sulle loro forti navi; ora avanzavano verso Oriente, però sembravano più un esercito che un popolo in fuga in cerca di nuove terre: erano gli "atlantidi", la cui terra inondata stava affondando."Ma come si chiamavano gli abitanti della grande valle sommersa? Come si chiamavano quei popoli che abitavano le valli del Mediterraneo?

Erano: matios, kerio, minios, latios, renos, tesalos, cretios, taurios, merios, edonios, canios, antios, asterios, etiopes, libyos, ariadnos, iberos, venutos, dorios, egeos. Vivevano allora intorno ai laghi Triton ed Eous che formavano il mare di mezzo, ovvero il Mediterraneo."Sono semplici indizi, però ci permettono di ricostruire o riconoscere il principio della storia, dal momento che quasi tutti questi nomi vengono citati più o meno nello stesso modo nelle leggende di cretesi, greci, fenici, egizi e tribù italiche. Una formula erudita ci fa chiamare astorica o preistorica quell'epoca in cui gli uomini ancora non sapevano scrivere. Certo è che non si può negare il genio di un uomo o di un popolo perchè ignora la scrittura o ne ha soltanto pochi rudimenti".

"Ah, questo è il punto Steiner!". Rasputin si alzò e sparì in cucina giusto in tempo per ritornare con una bottiglia di Johnny Walker. Ho invitato il mio amico scozzese... voi due vi conoscete già da tempo...". "Che cosa fa, Rasputin? Cerca forse di corrompermi con una bottiglia di whisky?". Rasputin guardò sorridendo il professore.

Mu - levy Columbia - Acquerello

No!", disse. "Non ce ne sarebbe bisogno... dal momento che lei è un professore di lettere e filosofia non vorrebbe parlare di qualche mistero?". Il russo tirò fuori due bicchieri che riempì fino all'orlo e se li tenne davanti ammirandone il colore ambrato; poi, con un gesto lento ma deciso ne spinse uno verso Steiner. "Si parla meglio con uno di questi dentro", sorrise digrignando i denti e fissando il professore."Mistero ha detto?". Steiner questa volta si decise a ricambiare lo sguardo di Rasputin. "Parlare di mistero", disse, "è profanarlo, come dire... distruggerlo; ma più che un mistero l'Atlantide è un mito e oggigiorno tutti, dagli etnologi ai sociologi, dagli archeologi ai filosofi, dagli psicologi a filologi, tutti, ripeto, si stanno interessando al mito. Ma che cos'è un mito? Innanzi tutto è un tipo particolare di racconto il cui modello si basa generalmente sulle storie degli dei della Grecia antica; qualche altra volta non sono storie di dei ma di eroi; altra cosa sono le leggende narrate dagli avi, racconti storici, cioè, sugli animali e le favole. Insomma i miti non hanno la funzione di spiegare, di rispondere a una curiosità scientifica, ma piuttosto di giustificare le credenze e le pratiche di un ordinamento sociale. Mi ha chiesto se credo nell'Atlantide? Ebbene, Rasputin, le dirò che, leggenda o mistero, vorrei crederci ugualmente...".

"Si, si, crediamoci", esplose Rasputin, "tanto non fa male a nessuno e poi ci sono state tante care persone che hanno scritto sull'Atlantide. Persino quel santo ubriacone d'Irlanda, San Brendano, discepolo di San Patrizio, che arrivò alle Antille navigando con una banda di monaci rimbecilliti in estasi; per non parlare del faraone Neco II che inviò marinai fenici a circumnavigare l'Africa. Ci impiegarono tre anni e videro il mare d'erba dei sargassi, e anche il persiano Sataspe, che oltrepassò le colonne d'Ercole e navigò verso Occidente raggiungendo le colonie atlantidi di Gades dove le belle ragazze ballavano davanti ai tori. Tori sacri a Poseidone re del mare e dell'Atlantide. Ma sì, sì, crediamoci perchè in qualche posto ci devono essere ancora dei tesori nascosti".Steiner guardò sorpreso il russo che sembrava stravolto, allucinato, con lo sguardo fisso."si sente male?"."Idiota, perchè dovrei sentirmi male? Mi parli ancora degli atlantidi che s'insediarono qui e degli altri che invece raggiunsero l'America".Rasputin riempì ancora i due bicchieri. Steiner guardò con simpatia il suo."E sì, da più di duemila anni una parte dell'umanità crede alla leggenda di un continente isolato inabissatosi nell'oceano Atlantico. Su quella vastissima isola viveva una razza molto civilizzata e ambiziosa che generava bambini d'oro..."."Sono disposto ad adottarne subito una decina", lo interruppe Rasputin.

In quel momento la porta che dava sulla callejuela si aprì e Corto Maltese entrò sorridendo. "Che strano, l'odore dei gerani è più forte... vuol dire che stanno per arrivare buone notizie. Così diceva mia madre. Buona notte, vado a dormire".

E le buone notizie arrivarono puntualmente il mattino dopo con un telegramma che veniva dal Venezuela e diceva: "L'Atlantide esiste ancora stop vi invito a una crociera stop Levi Colombia".

Fonte: Hugo Pratt, prefazione a "Mu", Edizioni Rizzoli Milano Libri, 1992